Il piacere, quello che gli scienziati
chiamano ricompensa o gratificazione, č una forza biologica molto
potente per la nostra sopravvivenza. Se fate qualcosa di piacevole, il
cervello viene condizionato in modo tale che tendete a fare tale cosa di
nuovo.
Le attivitą che garantiscono la sopravvivenza, come il mangiare,
attivano un circuito di cellule nervose specializzate deputate a
produrre e regolamentare il piacere. Un importante gruppo di questi
neuroni, che utilizzano un
neurotrasmettitore chiamato dopamina, sono situati all'apice del
tronco cerebrale nell'area tegmentale
ventrale (ATV) (fig. 1). Questi neuroni contenenti dopamina (dopaminergici)
inviano messaggi gratificanti attraverso le loro fibre nervose ai
neuroni di una struttura del
sistema limbico chiamata nucleo
accumbens. Ulteriori fibre nervose raggiungono poi una parte
correlata della regione frontale della
corteccia cerebrale. Il circuito del
piacere o gratificazione, conosciuto come sistema dopaminergico
mesolimbico, si estende attraverso il tronco cerebrale deputato alle
funzioni di sopravvivenza, il sistema limbico coinvolto nei processi
emotivi e la corteccia cerebrale frontale.Tutte le sostanze che
inducono dipendenza sono in grado di attivare il circuito cerebrale
della gratificazione. La dipendenza da sostanze da abuso č quindi un
processo biologico di tipo patologico che altera il modo con cui
funzionano il centro del piacere ed altre parti del cervello.
EFFETTI
Per comprendere questo
processo č necessario esaminare gli effetti delle droghe sulla
trasmissione nervosa. Quasi tutte le sostanze da abuso sono in grado di
alterare il funzionamento del cervello agendo sul meccanismo chimico
della
trasmissione nervosa.
Alcune droghe, come
eroina e LSD, si sostituiscono al
neurotrasmettitore naturale mimandone gli effetti. Altre, come la
fenciclidina (PCP, un allucinogeno), blocca i recettori impedendo la
trasmissione del messaggio attraverso i neuroni. Altre ancora, come la
cocaina, interferiscono con le molecole che trasportano i
neutrasmettitori all'interno del neurone che li aveva rilasciati (fig.
2). Altre sostanze, infine, come la
metamfetamina, inducono un abnorme
rilascio di neurotrasmettitori all'interno della sinapsi.
L'uso prolungato di droghe provoca dei cambiamenti fondamentali e
prolungati nel cervello. Questi cambiamenti di lunga durata sono la
componente principale della
dipendenza stessa alle droghe. E' come
se ci fosse nel cervello un interrutore immaginario che viene "premuto"
ad un certo punto durante l'uso individuale di una sostanza da abuso. Il
punto al quale si accende questo interrutore varia da individuo ad
individuo, ma il risultato finale di questo cambiamento č la
trasformazione da consumatore occasionale di droghe in
tossicodipendente.