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DIETA VEGANA, PER DIABETICI TIPO 2 PIU' RISCHI CHE VANTAGGI

 

Ha suscitato varie perplessità l’iniziativa, varata da Alberto Donzelli, direttore del Servizio educazione all’appropriatezza dell’Asl di Milano, di inserire la dieta vegana tra le terapie da indicare ai pazienti affetti da diabete di tipo 2 nel Pdta (Percorso preventivo diagnostico terapeutico), documento rivolto a 1.100 medici di medicina generale e specialisti ospedalieri. Il documento esprime raccomandazioni che evitino "medicalizzazioni improprie” e, nel capitolo sulla "terapia medica nutrizionale", contiene il passaggio sulla dieta vegana, in cui si citano alcuni studi in cui l’obiettivo della riduzione di peso tramite una moderata riduzione dell’apporto calorico sembra colto in modo più efficace e gradito seguendo questo regime alimentare. Sandro Gentile, responsabile del Centro studi e ricerche Amd, ritiene però confondente la notizia riportata dai mass media. «La dieta vegana ha aspetti positivi, in quanto riduce il rischio di sviluppare sovrappeso, obesità, cardiopatie, diabete ma presenta alcuni limiti come il rischio di anemia, osteoporosi, carenza di ferro, minerali e vitamine». Nel documento della Asl milanese si riportano i risultati di uno studio condotto per pochi mesi su varie decine di diabetici obesi alimentati secondo le linee guida Ada o la dieta vegana, con esiti favorevoli a quest’ultima per aderenza, calo di peso, uso di farmaci antidiabetici, emoglobina glicata e colesterolemia-Ldl. «Si tratta di studi svolti in condizioni sperimentali su poche decine di persone, di difficile estensione nella vita reale. È senz’altro preferibile una dieta prevalentemente vegetariana (80%) ma che non preveda una completa esclusione di proteine animali (15%), che sarebbe sbilanciata soprattutto nei soggetti dai 65 anni in su» replica Gentile, che conclude: «La ripartizione tra zuccheri, proteine e grassi va adattata alla singola persona e il regime nutrizionale deve essere integrato all’attività motoria; il “regista” di questa impostazione deve essere il medico».

 

fonte doctor 33 28 marzo 2013

 

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