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Celiachia. Colpiti 600 mila italiani. Più del doppio sono donne. Ecco la mappa della malattia

Presentata la relazione annuale al Parlamento. Le stime indicano una prevalenza dell’1% ma i casi effettivamente diagnosticati sono molto meno e superano di poco i 122 mila. La più colpita è la Lombardia. La speranza di cura affidata a diversi trials sperimentali e a un possibile vaccino.  

La celiachia è l’intolleranza alimentare più frequente a livello mondiale con una prevalenza stimata intorno all’1%, considerando sia la fascia degli adulti sia quella dei bambini. In Italia, a distanza di 6 anni dall’approvazione della Legge 123/2005 “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia” e alla quarta edizione della Relazione Annuale al Parlamento sulla celiachia, è stato possibile fare il punto della situazione avendo a disposizione per la prima volta i dati provenienti da tutte le Regioni/Province Autonome.
Se la stima della prevalenza della malattia celiaca si aggira intorno all’1% in Italia, in teoria, i celiaci dovrebbero essere circa 600.000. Nella realtà i celiaci che si sono sottoposti ai test e che sono risultati positivi alla diagnosi della celiachia sono 122.482, praticamente il doppio di quelli censiti nel 2007. Dai dati risulterebbe che le nuove diagnosi, al netto dei dati mancanti lo scorso anno, sarebbero circa 10.107, pari all’8,4%.
Osservando i dati relativi alle quattro annualità è evidente il costante incremento del numero di celiaci in tutte le Regioni d’Italia fatta eccezione della Basilicata che nel 2010 ha subito una riduzione dei celiaci dovuta al fatto che i celiaci inseriti nella banca dati a partire dal 2010 sono solo quelli con diagnosi conclamata associata al codice di esenzione.
 
 
I dati
La distribuzione della malattia celiaca è omogenea all’interno della popolazione ma varia in maniera molto consistente all’interno di ciascuna Regione/P.A. a causa della diversa densità di popolazione. Le Regioni che ospitano più celiaci sono ancora Lombardia, Lazio e Campania registrando rispettivamente il 15,3%, l’11,2% e l’11%.
La prevalenza della celiachia è attualmente stimata intorno all’1-1,5 % ma dai dati raccolti in Italia, considerate purtroppo le diagnosi ancora nascoste, la prevalenza si aggira intorno allo 0.2 %.
Le Regioni con la prevalenza più bassa sono risultate la Calabria con uno 0,09% e la Basilicata con lo 0,10% mentre la prevalenza più elevata è stata rilavata in Sardegna con lo 0.29%.
Dai dati raccolti si confermano le proporzioni maschi-femmine della celiachia all’interno della popolazione. Dai dati pervenuti nel 2010 risulta, infatti, che i maschi celiaci sono 35.824 contro le femmine celiache che invece risultano 86.477, molto più del doppio. Questo dato è prevedibile visto che la celiachia è una malattia con una componente autoimmune, ossia mediata da fattori ormonali che ne regolerebbero l’insorgenza e per i quali si svilupperebbe maggiormente nelle donne. Tale dato è stato confermato in tutte le annualità considerate.
I dati pervenuti sono stati analizzati anche per fasce di età. La fascia di età più colpita risulta quella dai 10 anni in su con 104.081 celiaci del 2010 contro i 90.234 del 2009. Questi dati indicano che la fascia dai 10 anni in su è quella più colpita ma con molta probabilità è anche quella che maggiormente si sottopone alle indagini diagnostiche. Questo dato confermerebbe anche il fatto che le diagnosi in età adulta sono ancora le più numerose.

Le terapie
L’unica terapia attualmente disponibile per la MC è l’esclusione totale e permanente dei cereali contenenti glutine dalla dieta. Una stretta osservanza della dieta priva di glutine è obbligatoria per gli individui celiaci al fine di ottenere la remissione dei segni e sintomi dovuti alla malattia celiaca, ma soprattutto per prevenire lo sviluppo delle sue complicanze.
Le complicanze più temibili sono quelle neoplastiche, soprattutto il linfoma intestinale e l’adenocarcinoma dell’intestino tenue, responsabili di un’importante riduzione dell’aspettativa di vita dei pazienti celiaci.
Le malattie autoimmuni che più frequentemente complicano la MC, quali tiroiditi con conseguente ipo/ipertiroidismo, diabete mellito di I tipo, epatiti, pancreatiti, psoriasi, disordini del sistema nervoso centrale), pur non essendo direttamente causa di aumentata mortalità, inficiano la qualità di vita dei pazienti colpiti e ne determinano un aumento dell’ospedalizzazione e della medicalizzazione.
La terapia dietetica è quindi necessaria, ma difficile da seguire a causa della diffusione dei cereali contenenti glutine nell’alimentazione quotidiana. La qualità di vita dei consumatori celiaci è quindi condizionata in modo importante dalla dieta, che ne limita anche la vita sociale (si pensi alla difficoltà di consumare pasti fuori casa). Inoltre il glutine si trova anche in molti prodotti alimentari non a base di cereali, ma a cui il glutine è stato aggiunto nel corso
dei processi produttivi industriali. Per tale motivo, alternative terapeutiche al trattamento dietetico sono attualmente allo studio.
Negli USA è stata eseguita la fase II di un trial clinico in vivo sull’uomo riguardo la valutazione dell’efficacia della molecola AT1001 nel prevenire l’alterazione della permeabilità intestinale indotta in soggetti celiaci dal challenge con 0.9 grammi di glutine somministrato tre volte al giorno per 6 settimane.
Un altro approccio terapeutico, valutato in vivo, consiste nella predigestione enzimatica con propil-endopeptidasi di origine batterica e/o fungina del glutine presente negli alimenti.
Tra gli altri trials clinici in corso, vi è quello riguardante il cosidetto “vaccino” contro la celiachia. Il vaccino consiste nella somministrazione di tre peptidi immunogenici del glutine, responsabili del 60% della risposta totale delle cellule T glutine specifiche.
 
I finanziamenti
Nell’anno finanziario 2010 il Ministero della Salute, per il capitolo di spesa istituito per la somministrazione di pasti senza glutine nelle mense delle strutture scolastiche, ospedaliere e pubbliche, ha emanato un apposito Decreto Dirigenziale (D.D. 2/12/2010) con cui ha autorizzato e pagato, a favore delle Regioni e Province Autonome sotto elencate, la somma complessiva di € 2.610.875,94. Per il capitolo di spesa istituito per l’inserimento dei modelli informativi sulla celiachia nell’ambito delle attività di formazione e aggiornamento professionale rivolte a ristoratori e ad albergatori il Ministero della Salute ha emanato un apposito Decreto Dirigenziale (D.D.02/12/2010) con cui ha autorizzato ed erogato, a favore delle Regioni e Province Autonome la somma complessiva di € 442.524,51.

fonte fofi 22 novembre 2011

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